Flag_of_the_United_Kingdom.svgEsistono due tipi di trafficanti che i siriani incontrano durante il loro viaggio verso Nord: i trafficanti di mare ed i trafficanti di terra. I trafficanti sono spesso nominati nei nostri telegiornali perché sono pericolosi e perché sono persone senza scrupoli che guadagnano molti soldi attraverso il traffico illegale di essere umani. Spesso i trafficanti di persone vengono associati alle tratte: prostituzione, lavoratori agricoli etc… Nell’immaginario comune il trafficante rapisce o tiene prigioniero qualcuno contro la propria volontà, spesso tramite violenza e uso della forza o tramite il ricatto.

Nel caso dei trafficanti di mare che fanno partire centinaia di persone dalle coste libiche, egiziane e turche e dei trafficanti di terra che offrono passaggi da Milano, dal sud Italia o dalla Grecia si parla nella maggior parte dei casi di persone che vengono contattate direttamente dai siriani stessi. Perché?

Come già abbiamo visto non esiste un modo legale per i siriani (come per molti altri) per arrivare in Europa ed in Svezia o in qualsiasi altro paese europeo che essi possano preferire. In un mondo che non fornisce loro visti, corridoi umanitari o permessi temporanei per poter giungere in un paese europeo in sicurezza e presentare domanda di asilo, il trafficante diventa per quanto pericoloso ed inaffidabile l’unica fonte di speranza e l’unica possibilità per uscire da una situazione pericolosa. I trafficanti di mare promettono l’Europa e la possibilità mettersi in salvo.

Anche una volta in Europa ed una volta in Italia, è necessario per i siriani rimanere invisibili e non farsi notare alle frontiere dalle autorità dei diversi stati europei per non essere obbligati a fare domanda di asilo politico in un paese in cui è improbabile riceverlo o in cui il sistema di accoglienza è poco efficiente. I siriani sono costretti a muoversi in silenzio attraverso l’Europa. Alcuni, temerari decidono di muoversi da Milano al nord dell’Unione in treno. Il viaggio in treno è considerato abbastanza rischioso poiché, non essendo la Svizzera parte dell’UE obbliga chi vuole percorrerlo a passare varie tappe: Milano, Ventimiglia, Nizza, Parigi, Amburgo, Copenaghen e Malmo. Sono almeno quattro le frontiere da superare e sei le stazioni ferroviarie dove farsi comprendere da un bigliettaio e non farsi notare dalla polizia.

E’ comprensibile quindi come, spesso impauriti, spesso perché così vicini alla meta, in molti scelgano di contattare qualcuno che assicura di prendersi cura del proprio arrivo a destinazione per quanto inaffidabile o violenta possa essere questa persona. Il trafficante di terra offre per 700 euro a persona un viaggio in macchina fino alla Svezia. E’ vero che alcuni trafficanti si fanno pagare e non tornano più a prendere le famiglie, che altri abbandonano i siriani nelle aree di servizio in autostrada, che altri vengono lasciati in Austria o in Friuli o che a volte all’ultimo il trafficante sveli di non avere spazio per tutti i componenti della famiglia. Il paradosso sta nel fatto che abbandonate dall’Europa e dall’Italia che finge addirittura non esistano, queste persone sono in un qualche modo costrette ad affidarsi ai trafficanti i quali sono il loro unico legame e la loro unica protezione verso il mondo che li circonda.