Flag_of_the_United_Kingdom.svgLa maggior parte dei siriani che sono passati per l’Italia nell’ultimo anno e mezzo sono partiti dalla Siria tra il 2011 ed il 2012. Come abbiamo già visto, queste persone, perché spesso più ricche, sono andate in aereo in Egitto o Libia per poi da qui, mesi o anni dopo, scegliere la via del mare per giungere in Europa.

Non tutti però percorrono questa strada. Alcune delle persone che sono passate da Milano ci hanno raccontato di essere arrivate attraversando a piedi il confine tra la Siria e la Turchia un paio di mesi prima di essere arrivati in Italia. Da qui, sempre grazie alla fitta rete di trafficanti le persone spesso prendono delle barche per la Grecia. Una volta in Grecia, dopo essere uscite dai centri di detenzione, molte persone ci hanno raccontato di aver dormito per strada o nelle Akropoli ad Atene senza alcun tipo di accoglienza od assistenza legale e sanitaria. Da lì chi riesce compra una carta d’identità falsa di nazionalità dell’Est Europa e prova a prendere i traghetti per l’Italia. Altri, nascosti in camion fanno viaggi lunghi ore e giorni attraverso i Balcani verso l’Italia o il Nord Europa, rischiando l’asfissia.

Da tenere a mente è che ogni tratto di questi viaggi mette a forte rischio la vita e la sicurezza di chi lo percorre. Perché si rischia di annegare, perché il confine è controllato da truppe armate, perché la marina greca spesso spara contro le barche che arrivano dalla Turchia facendole affondare di notte e perché un viaggio in mano a dei trafficanti di esseri umani non è mai sicuro.

Durante questo viaggio si prova continua paura, si viene umiliati e non si ha alcun tipo di assistenza. Spesso, a bordo dei traghetti per l’Italia o nei porti italiani si viene riconosciuti come siriani e respinti.