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Tra il 2012 ed il 2013 la Svezia ed a ruota altri paesi come Norvegia, Germania, Olanda e Francia (che però apriranno le porte solo a numeri ristretti di persone) dichiara di voler accogliere i profughi siriani e che avrebbe concesso loro l’asilo politico.

La domanda di asilo politico è la richiesta da parte di una persona ad uno Stato di essere accolto e non rimandato nel proprio paese,  perché lì è perseguitato e  rischia la propria vita o quella dei familiari per ciò che si è o si rappresenta, per le proprie idee, religione, orientamento sessuale. Non tutte le persone che provengono da un paese in guerra possono invece dimostrare che la loro vita come singole persone è in pericolo per un motivo specifico, ma temono ovviamente che la propria vita sia in pericolo nel proprio paese in cui è in corso un conflitto. Esiste, in questi casi, un secondo tipo di asilo: la protezione sussidiaria. Questo significa che la Svezia, dichiarando che accoglierà chi proviene dalla Siria assicura sempre l’asilo.

Allo stesso tempo, per la Svezia, aprire le porte ai siriani che vogliono fare domanda di asilo significa accettare le richieste solo da chi si trova fisicamente su territorio svedese. Come già abbiamo visto e vedremo in futuro, arrivare in nord Europa per dei siriani in maniera legale è praticamente impossibile. Chi vuole usufruire dei diritti che un paese come la Svezia promette deve quindi giungere fino a questo paese in maniera illegale e pericolosa. Per fare ciò bisogna pagare vari trafficanti di esseri umani (di mare e di terra) ed il viaggio arriva a costare anche 2.000 euro a persona in famiglie spesso molto numerose. Le persone che possono permettersi questo viaggio rischioso e dispendioso sono persone e professionisti che appartengono a un’elite ed hanno delle forti possibilità economiche. Aprendo le porte a chi riesce a giungere fino al proprio territorio, la Svezia seleziona indirettamente la propria immigrazione scegliendo di accogliere solo i siriani più ricchi e professionalmente qualificati.